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      Risposero i Pisani dispettosamente e per invidia dicendo: Sono i nostri Arabi fra terra; che tanto viene a dire i nostri montanari. Rispose saviamente il re: Non pare moneta di Arabi; o voi Pisani, qual moneta d'oro è la vostra? Allora furono confusi e non seppono che rispondere; e domandando se v'era alcun fiorentino mercatante, trovovvisi uno d'oltrarno, che aveva nome Pela Balducci, uomo discreto e savio. Lo re domandò dell'essere] e dello stato di Firenze, cui i Pisani facevano loro Arabi. Lo quale saviamente rispose mostrando la potenza e magnificenza di Firenze e come Pisa, per comparazione, non era di potere nè di gente la metà di Firenze, che non aveano moneta d'oro, e che il fiorino era guadagnato per li Fiorentini sopra loro, per le molte vittorie avute." Villani. Stor., libro VI, cap. LV.
      (369) Il medico Petti del Casentino spese più d'ogni altro il tempo e l'esperienze per giungere a capo di simile trovato, ch'egli reputava infallibile.
      (370) Æneid., l. 6
      (371) Con tutto che si fosse perdonato a ognuno, Malatesta aveva ritenuto Benedetto da' Foiano, teologo e predicatore unico, e fra' Zaccheria, ambedue dell'ordine di san Domenico, osservanti della congregazione di Toscana; il che aveva fatto per far cosa grata al papa, per essere stati acerrimi nemici di Sua Santità e difensori con l'esortazioni e predicazioni loro del governo popolare; e Malatesta aveva già incominciato a tormentare fra' Benedetto. - Frammento di Lettera anonima attribuita all'oratore veneziano. Documenti su l'assedio di Firenze, pag.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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