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      Egli la coniò a suo modo nella pazzesca e furibonda fantasia con la quale coniò l'opera stessa dell'Assedio di Firenze. Imperciocchè anche in quella narrazione la menzogna, l'audacia, il mal talento e la più sfrontata insolenza prendono il luogo della verità e vanno riunite a più modi volgari e triviali di espressioni e modi più acconci a narrare le vergognose crapule delle più vili taverne che la morte di un illustre capitano il di cui valore e militare scienza si celebrarono da tutti gli storici italiani!" Così i professori nel 1859, nè io credo troppo diversi adesso; ma la specie scema e, a Dio piacendo, cesserà del tutto, sicchè di tale maniera libri si conserveranno nelle librerie per maraviglia come nei musei, le ossa fossili delle bestie antediluviane.
      (373) Iliade, lib. 9.
      (374) Apoc, XIV, v. 15.
      (375) Sant'Ulfrido svedese chiamò intorno al cerchio degli scudi che gli facevano attorno i suoi prodi i tre bardi che lo seguitavano e disse loro: "Qui state e vedete quanto opererò di glorioso, onde, cantandolo, non abbiate bisogno udirlo dalla bocca altrui."
      (376) Apoc., cap. XX.
      (377) Vixere fortes ante Agamemnona multi (Hor., lib. IV, od. 8).
      (378) Questo fu scritto nel 1855; oggi promettono emendare il danno. Dio lo voglia; staremo a vedere; se noi camminiamo con la valigia davanti, non ne abbiamo colpa; perchè il cane scottato dall'acqua calda ha paura della fredda. Basta; fatto il miracolo, venereremo il santo.
      Genova, 15 gennaio 1859.
      Passarono dieci anni come l'acqua nelle grondaie.


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L'Assedio di Firenze
di Francesco Domenico Guerrazzi
Libreria Dante Alighieri Milano
1869 pagine 1163

   





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