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      Il Giudice, all'occhio del quale nulla è nascosto, quando gli verranno dinanzi le moltitudini degli spiriti senza numero, che pellegrinarono pei mondi, a molti, che le genti salutarono magnanimi, dirà: andate, e crescete la sostanza del Maligno: voi altri poi cui colse il desolato oblio quasi seconda morte, transfondetevi nel mio seno ed aumentato la mia divina sostanza. -
      Questo, mi si oppone, è rimoto, e viaggia con le nuvole nel cielo della poesia; certo io non lo nego rimoto, ed anco immaginoso; ma io vi ho detto, che non procediamo per tempi felici, però che tali non sieno quelli nei quali l'uomo o aderisce tutto al suolo, o tutto si esalta pei cieli; dal primo stato scappa fuori il banchiere, il venditore di ciarpe, lo scorticatore di capretti, il moderato; dal secondo, l'anacoreta della Tebaide, e il bramino dell'India; solo avventuroso è il tempo dove con giusta proporzione puoi compiacere alla materia e allo spirito, andando appunto composto l'uomo di anima, e di corpo: e poichè questo adesso non si può, colpa in molta parte altrui, e moltissima nostra, di concetti divisi, e di forze infermi, meglio che curvarci alla terra, sarà bello lasciarci trasportare colà donde la nostra stirpe ci comparisce un brulichio di formicole divorantisi fra loro sopra una zolla di argilla.
      Dunque tu ti commetti in Dio? - Veramente l'uomo deve confidare in sè, ed in Dio; ma troppe cose vi hanno nel mondo a compire le quali l'uomo solo non basta; perochè niente o solo torni lo stesso; e finchè dura il flagello che disgrega le menti e i bracci dei mortali, ripariamo in Dio.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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