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      Ma il giudicio, che fruga severo uomini, e popoli sperderà l'osceno schiamazzo e sopra la tomba bugiarda, inalzata dalla abiettezza o dalla insania, porrà una delle torri tradite e seppellirà l'uomo e la sua tomba. -
      Però, le colpe altrui non escusano le proprie; nè quale piglia atteggiamento di liberatore può indurre altrui nel fallo, per approfittarsene poi: queste sono arti di usuriere, che agguindola la gioventù pel babbo morto. Non impunemente si grida ad un popolo: sorgi e cammina; nè senza pericolo proviamo il grido lanciato in mezzo alle genti: ogni nazione è padrona della sua terra: male si adoperano parole da eroi con intenti da ladri. Se gli uomini, i quali voglionsi beneficare con la mente annebbiata dalla vecchia servitù, vagellano offerendoti, o cercandoti cose disoneste, tu memore della magnanimità di Scipione dovevi rimbrottarli come costumò costui quando il popolo tumultuante voleva ad ogni piatto la legge del tribuno Curiazio circa al provvedere alla carestia dei grani: "tacete Quiriti, io so meglio di voi quanto conviene alla salute pubblica." Quando l'anima nostra sente agitarsi la parte che in lei è divina, più alto non può concepire che sensi romani, nè con parole o con modi più degni significarli di quelli, che i Romani adoperarono; però, vedendo innanzi a te il pedagogo che ti menava, se non per tradimento per follia, parte di genta italica, tu nella maniera stessa che Cammillo fece al maestro dei fanciulli falisci dovevi consegnarlo agl'Italiani con le mani legate dopo le spalle affinchè lo flagellassero.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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