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      Narrasi che in Inghilterra alquanti congiurati si peritassero a minare, e buttare in aria il parlamento dov'essi annoveravano non pochi parenti ed amici; desiderosi pertanto di porsi in quiete la coscienza consultarono il padre gesuita Gametto sul quesito se fosse lecito senza commettere peccato sobbissare una torre dove tra cento nemici occorressero otto o dieci amici; e il gesuita che aveva subodorato la trama, rispose: sicurissimamente poterlo fare, e senza uno scrupolo al mondo; dopo ciò, non istettero più dubbi come quelli che per traslato erano usi chiamare il palazzo di Westiministere la torre dell'eresia. - Altro esempio calzante, è questo altro; nelle controversie lunghe e terribili tra il papato e le corone, circa le investiture, la Chiesa misusò fellonescamente delle parole adulterio, sacrilegio, ed altre cotali, fondandosi sopra il testo delle Scritture: - la Chiesa è sposa di Gesù Cristo. - e su l'altro: io ho detto a voi sacerdoti: voi siete dei, da ciò, per linea retta perpendicolare nella geometria della Chiesa, adulteri, violenti, pirati, e ladri, chiunque si attentasse toccare pure col dito quanto la Chiesa aveva detto: è mio; e a modo di corollario, quale gli avesse spenti di ferro o di veleno diventava santo o giù di lì."
      Ragionando sempre alla medesima guisa, ognuno dei cento milioni di cattolici, come ha diritto di pregare nel tempio, possiede pari diritto sul tempio, su la terra che lo sopporta, e sul paese che serve a mantenere il tempio e i sacerdoti; e siccome ognuno non può nè deve portarsene via un frammento, può impedire e deve, che altri se ne impadronisca.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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