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      Di qui la chiave della Venezia derelitta, dei passi delle Alpi lasciati aperti, e i Romani, e i Toscani non soccorsi, quelli nel veneto, e questi nel mantovano, e le pratiche avvenute con l'Austria per la cessione della Lombardia. Nella medesima maniera si giustificano le diffidenze non mai troppe, e i timori plausibili contro la parte repubblicana; si spiegano le mirabili fortune della impresa, che dicono perduta per colpa, e arebbono a dire, per senno del Re, il quale aombrava meritamente della repubblica troppo più che dell'Austria, perchè con questa poteva guadagnare terra, alla più trista non perderla, con quella perdeva tutto di certo(19).
      Rimarrebbe l'abate Gioberti, che stette ministro presso al trono di Carlo Alberto fino alla vigilia della battaglia di Novara, ed un tempo gli procedè piuttosto sviscerato che amico; ma ciò che lasciò ire cotesto benedetto abate nel suo Rinnovamento a bocca di barile contro Carlo Alberto, senza ritegno, nè pietà della tomba appena chiusa sopra la salma del misero Re, io non ricorderò: molte pagine, adopera contro la sua fama, nè già credo io; maggior virtù avrebbono esercitato due moggia di calce viva contro le ossa di lui. - Lasciamo i morti in pace; certo, chi soffiasse dentro le ceneri del mio genitore, correrebbe risico di accecare senza cavarne una favilla di virtù; ma domandate alla morte, che le pesa tutte nella sua mano, qual divario corra tra la cenere di un re e quella di un'altro. - Contro tutto questo, che vorrete opporre? Abbiamo creato un popolo!


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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