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      Anco gli edifizi offrono argomento a indovinare la disposizione del popolo, che li fabbricò, e quivi contempli per lungo ordine case uguali in tutto l'una coll'altra, sicchè da prima tu resti ammirato, poi ti uggisce, per ultimo la fastidievole regolarità ti ammazza: uomini, e mattoni ti appaiono formati proprio sopra un medesimo modello; costà da secoli passarono, e ripassarono lo spianatoio: chi mai fu il mal cristiano? Tutti; nè si potrebbe senza ingiustizia asserire che i principi amassero livellare più che i popoli amassero essere livellati. Il valoroso Ferrari ragionando del Bottero, e della sua Ragione di Stato, lo fece proprio toccare con mani, ed allorchè qualche principe si dispose non mica a dare libertà sibbene a smettere qualche prerogativa, ch'era vergogna di secolo civile, ebbe a toccarne dai suoi fedeli sudditi e servitori una ramazzina delle buone. Sequela altresì di questa quadratura di spirito parmi la tardità a mutare, e la perseveranza nel passo che hanno pure, se non a maltalento, con molta renitenza mutato. Chi dei popoli subalpini legge per avventura queste pagine non s'inalberi, dacchè mi garbi procedere alla rovescia di quello, che costumano i detrattori, i quali incominciano a levarti a cielo per flagellarti poi di santa ragione; dirò più tardi dei molti, e nobilissimi pregi tuoi; adesso ascolta e non battere, perchè se batti ti baratteremo lo scudo in cinque lire. - Pertanto il Piemontese ama piuttosto ordinare, che discutere; sentenziare dommatico, che dimostrare; favellare succinto (tranne gli avvocati, che formano classe a parte e parabolani li proviamo in tutto il mondo; il mestiere mangia l'uomo) e tuttavia male rispondente al concetto, nè terso, molto meno elegante, perchè dallo idioma sincero della Italia un dì appartati, e nè oggi vogliosi cultori di quello, come coloro, che intendono e vogliono impiombarci nella lingua il parlare proprio.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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