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      Ma nel Gioberti più che in altri si palesò il tipo curioso di vestire con sembianze di ragione lo assurdo; mirabili i conati di lui per sottoporre le astruserie metafisiche a formule scientifiche, anzi a cifre arabiche, o a forme geometriche; miscela continua, e indigesta di astrattezze e di pratica; stellino(51) abbarbagliante di giudizi veri, e di falsi, di guizzi d'ingegno sublime, e di grullerie; breve, uomo che avrebbe provveduto meglio alla sua fama, o avvantaggiata la Patria se sortiva meno da natura o avventatezza, o fantasia, o le avesse sapute temperare di più.
      Così battezzati egèmoni della Italia dal metafisico Gioberti (il quale per arroto voleva mettere nella egemonìa come socio d'industria anco il Papa), vestiti da domenica con un nome greco sempre più i Piemontesi sprofondarono nella prosunzione nella quale stavano fitti fino alla gola per disciplina di armi poche ed inferme, pure le uniche che potessimo reputare italiane, per topografia la quale li persuase che il nemico tremasse la loro virtù, mentre gli rispettava a cagione della positura, per l'esito fortunato della testardaggine messa in opera sopra popoli ridotti nella loro potestà, in fine per piaggerìa di tali che gli adulavano per dispetto di non avere livrea dai propri padroni, e per altre cause, che non importa andare tanto sottilmente investigando. -
      Ora la egemonia si esercita, se non m'inganno, o per violenza, o per civiltà, o per violenza e per civiltà congiunte insieme. La violenza non partoriva mai la egemonia nel modo che la intendeva il Gioberti, bensì o l'annientamento del popolo subietto, o il rancore, che matura nel suo segreto la vendetta; nè la violenza egemonica approda meglio anco congiunta con la civiltà; di che pigliate esempio solenne da Roma, la quale, se ne eccettui la Grecia, poteva vantarsi civile sopra i popoli superati da lei; anco Napoleone I disse suo recondito disegno quello di passeggiare la civiltà armata pel mondo, e forse fu vero, non già perchè costui se lo proponesse, o ci pensasse, ma sì perchè l'uomo anco senza saperlo diventa arnese in mano alla forza arcana che affatica il secolo.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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