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      E poi il semenzaio dei Deputati dove l'arebbono a mettere? - E il Piemontese di rimando: per ora non so, ma credo che aspettino di Francia un modello di stufa per coltivarli anco nei sidi del Gennaio. A cotesto palazzo dietro e dai lati prigione, fortezza, guardiolo e simili, appiccicarono davanti una facciata composta non so nè manco io di quanti archi sgangherati di un bianco sudicio, e dello stile che si chiama barocco; non mai fu vista l'architettura concia in guisa più feroce e truculenta: cotesto guazzabuglio ti fa l'effetto di un cagnotto dei tempi feudali che pensi essersi travestito mettendosi alla faccia ed in capo una maschera, ed una parrucca da marchese della reggenza. Ho detto che l'architettura non fu mai vista tanto barbaramente trucidata come nel palazzo Madama; ho detto male, supera la ingiuria il palazzo Carignano, che si deve definire così: ribellione in permanenza di mattoni cotti contro il senso comune; colà non occorre linea che vada diritta; storta la facciata, storte le scale di cui la prima a gradini convessi, e la seconda concavi, storta la sala: chi l'architettò e' fu un Guarini, che Dio riposi, e deve averlo disegnato in profezia, che un dì avesse ad essere la stanza del primo parlamento italiano, conciosiachè la strage del buon senso architettonico di cotesto arnese non può trovare degno riscontro altro, che nella strage di parecchi sensi, che quivi dentro tutto dì menano i Rappresentanti della nazione.
      Delle opere di scoltura questo dirò, che lo stesso signore Azeglio, non Massimo, ma quell'altro, che discorreva di arti, tutto che Azeglio fosse, gittò gli argini, buttando fuori roba da chiodi: se vuoi trasecolare va di grazia nella piazza del Municipio, e quivi contempla in mezzo quel gruppo che sembra composto di spinaci, ed è di bronzo, di parecchie figure armate in guerra di maglie di seta, disposte in atti di morto, di chi va a morire, e di chi ci manda; il Conte verde, però che il gruppo rappresenti l'effigie del Conte verde, (e tu lettore hai da sapere come qualmente in casa al tuo re ci fosse un Conte verde, e poi un Conte rosso: quanto al Conte verde, come vedi, egli si attenta comparire per le piazze; circa al Conte rosso ei se ne sta chiotto nella sua antica sepoltura pauroso, che il Questore di Torino non lo facesse portare diritto come un cero nella parte postica del palazzo Madama) al quale nell'uno, vale a dire nell'uno dopo il mille, un giorno venne voglia di piantare il ceppo donde nacque il nostro re in linea diritta diritta più di un fuso, secondochè attestano documenti registrati in Duomo, ed Ercole Ricotti nella Monarchia Piemontese stampata in Firenze dal Barbèra, il Conte verde, dunque in vaga positura mimica tiene levata la mazza d'arme su la persona di un guerriero circonciso (la circoncisione non si vede, ma chi voglia alzargli la camicia di bronzo la potrà vedere) il quale inclinato il fianco lo sta a mirare con l'estasi degli apostoli quando pioveva giù a stroscia lo Spirito Santo, e par che dica: "me la dai, o non me la dai, chè ad aspettarla io mi sento stracco?


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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