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      .. uscire della città con tutta la gente di guerra e con quelli della milizia cittadina, e combattere e così vincere ovvero insieme con la vita perdere il tutto avendo determinato, che quelli che resteranno alla custodia delle porte, e dei ripari, se per caso avverso la gente della città fosse rotta abbiano con le mani loro ad uccidere le donne ed i figliuoli, e por fuoco alle case, e poi uscire alla stessa fortuna degli altri, acciocchè, distrutta la città, non vi resti se non la memoria della grandezza degli animi di quella, e che sieno d'immortale esempio a coloro, che sono nati, e desiderano di vivere liberamente."
      Che se questa deliberazione, la quale non ha riscontro nelle storie, tranne nella giudaica, dove gli Ebrei difesero Gerusalemme da Tito imperatore menzogna di umanità, non sortì il suo effetto, il mondo lo sa, vuolsi attribuire alla codarda avarizia degli Ottimati, i quali allora adoperavano come la setta dei Moderati adesso, e al tradimento di Malatesta, il quale, come disse Matteo Dandolo allo ambasciatore del Duca di Urbino: - ha venduto quel popolo, e quella città, e il sangue di quei poveri cittadini, a oncia, a oncia.
      Dopo cotesta epoca illustre, e lacrimevole non vale, per opinione mia, il pregio ricordare milizia italiana: entriamo nei tempi in cui il Filicaia lanciò nella serva Italia i due sonetti pari a due gridi di dolore, che c'introneranno perpetuo gli orecchi, finchè ella non sia tutta sgombra dagli stranieri.
     
      -.....Del non tuo ferro cintaPugnar col braccio di straniere genti


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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