Insomma se i Piemontesi sč amano e noi, e lo vogliamo credere, importa, che smettano il vezzo di presumere sč chioccia, e noi uova da lasciarci covare. Noi non patiremo certo nč tribų di Levi, ne tribų di Beniamino: fratelli vi amiamo, compagni vi accettiamo, disuguali no, molto meno padroni. Se la casa di Savoia dič lo Statuto al regno, ricordate come non fosse concessione sibbene restituzione; se lo mantenne Vittorio Emanuele il cuore e il senno lo sovvennero nello adempimento del debito suo, e n'ebbe rimerito di fama, titolo unico tra quanti apparvero principi sopra la terra, riconoscenza di popoli, e stato, che lo renderā superiore a molti potentati, inferiore ad alcuno. Nč noi neghiamo, anzi confessiamo volentieri, non mediocre conforto essere venuto agli spiriti liberali d'Italia vedere sempre ritta la bandiera italica in Piemonte, comecchč spesso pendente giā lungo la stacca a mo' di vela nelle uggiose calme dell'Atlantico; e confessiamo altresė che quivi il talento per volere sia stato pari alla fortuna per potere, dacchč se la vostra terra non si fosse distesa oltre il crine delle Alpi, e a verun patto potesse sopportarla la Francia in mano all'Austria, voi come noi avreste dovuto con la morte nel cuore piegare il collo alla maligna onnipotenza dei fati. Come no? Perchč lo neghereste prosuntuosi? Le mura di Alessandria non rimasero contaminate da presidio tedesco?
      Comprendo ottimamente avere a sonare le mie parole rudi; e giova appunto che sia cosė; gli adulatori dei popoli pių funesti due cotanti, che quelli di un re, avvegnadio questi possa cessare da un punto all'altro, e allora morta la vipera spento il veleno, mentre il popolo forse dura fino alla consumazione dei secoli.