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      Roma aveva are, e sacerdoti, e vittime votive, e messi da parte gli emblemi di forza prepotente a ragione la salutarono ed effigiarono sotto Nerva Roma felice con in mano un timone per chiarire come a lei spettasse il governo del mondo.
      Ora giova pel suoi nuovi destini, ch'ella sia così, imperciocchè l'uomo pigli amore alle cose che gli costano fatica, massime se trovi il compenso largo alla opera durata; la quale ragione essendo pari per gli obietti animati ovvero inanimati spiega la causa per la quale i padri tanto si appassionino pei figliuoli. Nè io mi condurrò mai a credere, che la natura ci abbia dichiarato perpetua guerra, però che questo sarebbe contrario al fine della creazione: di vero sebbene da prima più spesso e con maggiore ampiezza, oggi rado, e ristretto la natura agitandosi muta mari in deserti, e viceversa, e monti in valli o valli in monti trasformando orribilmente l'aspetto delle cose, pure gli uomini assai più tenaci delle formiche non isgomentandosi tornarono indefessi al lavoro, ed ora la natura quietata lascia vincersi, ma da mani valorose, ricordando in certa guisa i connubi spartani, dove al marito toccava usare una quasi violenza alla moglie, e ciò perchè accendendosi più veemente l'appetito ne nascevano figliuoli gagliardi a maraviglia e belli.
      Dove mai per ricerche ed esempi si dimostrasse che la natura veramente sta in guerra contro l'uomo, con esempi manifesti e non meno copiosi mi rimarrebbe a chiarire come non sia da per tutto così; e nelle parti dov'ella soverchia troppo, l'uomo intontito si rannicchia nella inerzia, mentre all'opposto nelle meno dure cresce di coraggio facendo come alle braccia con la natura, e le fora i monti, le incatena torrenti, mette il morso al mare, le acchiappa il fulmine, e se ne serve da corriere, e ad altre maggiori audacie egli si attenta nè ella se ne cruccia: però non parmi vero, nè utile affermare la necessità della guerra perpetua della natura contro l'uomo, dello spirito contro la materia, della libertà contro la fatalità.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





Nerva Roma