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      Per me credo che accordarti siffatto scellerato titolo, e mandare in perdizione la fede sia tutt'uno. - Se la tua santità chiama papa me o non capisce, che viene a confessare lei non essere tale, poichè io divento per suo consentimento ecumenico? - Se un vescovo si chiamerà universale andrà di certo a precipizio la Chiesa(104)". Però mentre Gregorio astia al Digiunatore il nome, s'ingegna agguantare per sè la cosa; per costringere il Patriarca ad umiltà egli primo s'intitola servo dei servi di Dio, e così si sottoscrive nella lettera, che gli spedisce, ma intanto si mette coll'arco del dosso a dilatare la primazìa della sua fede sul mondo cristiano, massime in occidente, e nelle sue epistole si dichiara aggravato dalla cura, e dalla sollecitudine di tutte le chiese, la quale cosa, ch'è mai se non la presunzione d'imporsi ecumenico agli altri vescovi?
      Difatti Bonifazio III, successore di lui, timoroso, che altri lo prevenisse a pigliare per sè il titolo di universale non istette a perdere tempo e indusse lo imperatore Foca a concederglielo; donde tu vedi come anco questo nome da cui tirano tanta superbia i Papi di Roma non si diparta da istituzione divina, ma al contrario sia dono d'imperatore, e di quale imperatore!
      Ribelle al suo principe, trucidatore di lui, e della imperiale consorte, e di otto figliuoli innocentissimi, di persona deforme, di aspetto sinistro, nella crapula sprofondato e nella lussuria; codardo così, che a ragione Maurizio quando lo seppe tale esclamasse: "ahimè! se vile per certo diventerà assassino.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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