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      Se chi si pone di mezzo paciere sapesse che non vi ha cosa, la quale tanto arrovelli cui intende commettere ingiustizia quanto udire favellare di giustizia vado sicuro, che manderebbe la lingua al beccaio: la guerra fu dichiarata, Carlomanno chiuso nel chiostro di Vienna: non passò l'anno che lo calarono nel sepolcro; i suoi figliuoli scompaiono: come perirono essi? Vorrei dirti: domandalo alla tomba, se la tomba parlasse. -
      Delitti, e religione bugiarda. Cristo e il Diavolo legati in un mazzo. Stefano infermo, o finge per ammanire la guarigione miracolosa, la quale egli affermò essere accaduta in questo modo: gli erano comparsi davanti i santi Pietro, Paolo, e Dionisio col diacono e suddiacono; uno tiene la palma, l'altro lo incensorio. Dopo ricambiatesi non so quali cerimonie, Dionisio invitava Pietro a sanare il suo rappresentante in terra non senza adoperarci qualche parola risentita facendogli specie avesse mestieri dimando; e san Pietro punto dal rimprovero tingendosi un po' in rosso per vergogna annuì: la guarigione si fece in meno, che si mette a recitare un Gloria Patri, e san Dionigi accomiatandosi da Stefano gli suggeriva: - sia con te pace; non temere. presto tornerai alla tua chiesa; ma prima fa di consacrare un'altare in voto ai due santi apostoli, e vi celebrerai una messa in riconoscenza della grazia ricevuta. Parve devozione, ed era alzata d'ingegno affinchè i popoli vi traessero in copia; mossi dalla novità della cosa, e come avvisarono accadde: colà fra la moltitudine delle turbe calcate, in mezzo alla universa baronia di Francia Stefano consacrò da capo Pipino, e la sua moglie Bertrada, e insieme con loro Carlo, e Carlomanno figliuoli; dalla parte di San Pietro scomunicando i Francesi tutti qualora si attentassero eleggersi altri re fuori della stirpe di Pipino.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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