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      La Chiesa di Roma prima lusinga i greci imperatori, poi li tradisce, e sč avvantaggia; sta un pezzo co' Longobardi, e quando li teme, dentro li scalza con la ribellione, di fuori spinge loro addosso i carlovingi; balenando questi, si volta ai tedeschi Corrado, ed Enrico. E se i Papi poterono mostrarsi riottosi contro i degeneri re dei Franchi fino a deporre i vescovi eletti da questi, ed altri eleggerne a modo loro, e se di fronte agl'inviliti carlovingi farsi dichiarare dal Concilio di Reims sovrani assoluti della Chiesa universale deve attribuirsi a questo, che l'imperatore Enrico tenendosi sotto come vassallo il Papa riputava tornasse in pro suo il credito che egli si andava, come suo vassallo, acquistando; e veramente per un tempo fu cosė. Nelle costituzioni imperiali(125) occorre un'atto in virtų del quale il diritto di Carlomagno a eleggersi un successore, e a nominare i Papi di Roma si trasferisce insieme agli altri, in Ottone, e negl'imperatori tedeschi; tale documento per giudizio universale si reputa apocrifo; e sembra, che gl'imperatori abbiano voluto contrastare ai Papi il privilegio di fabbricare carte false; ma se apocrifo hassi a tenere cotesto atto, certo č poi (e fu accennato poco anzi da me) che Enrico nella sinodo di Sutri depose tre Papi e promosse al pontificato il vescovo di Bamberga; certo del pari č, che lo imperatore pregato o no designava il Papa, e certo altresė che quattro Papi tedeschi uno dopo l'altro per suo comandamento furono esaltati alla sede apostolica, senza pregiudizio della parte, che come di ragione, deve averci preso lo spirito santo.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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