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      I Legati di Leone non si potendo accordare col Patriarca Cerulario penetrati nella chiesa di Santa Sofia nella ora terza del 16 luglio 1054, mentre celebravasi la messa, depositarono l'atto di scomunica sopra l'altare maggiore; il Cerulario a volta sua scomunicò il Papa ed i Legati, e così di male in peggio le faccende di oriente: da una parte e dall'altra odio di prete, che non perdona mai. Levati di mezzo Papi, e papassi forse avverrà che un giorno i popoli si riuniscano: in Dio.
      In verità io credo, che Gregorio VII, santo dalla parte della Chiesa, ed eroe da parte di parecchi scrittori, altro non fosse che un frate impronto, ed ignorantemente temerario: ingegno scolastico, e pedantesco, avremmo a lodarlo di costanza dove la esperienza non c'insegnasse come sorella della costanza sia la cocciutaggine dote delle femmine, e dei fanciulli; costui pigliando i partiti, che per tempo sì lungo sconvolsero la cristianità se ne previde gli effetti perverso fu ad un punto, e stolto; se non li presagì fu solo stolto. Per altra parte poi male si apporrebbe chi reputasse inusitati o nuovi i concetti di Gregorio, imperciocchè noi li vediamo attecchire e germinare nella Chiesa prima di lui; egli più degli altri stese le mani perchè i tempi lo secondavano meglio, e di natura fu avventato. Questo il complesso della sua dottrina ricavato dal Concilio lateranense del 1074, dalle epistole, e dalla raccolta, che ha nome: i dettati del Papa: chi gli successe la tenne per regola, la ragione non giunse mai a deviarne i preti; qualche volta la forza, ma per breve tempo, che più insistenti delle formiche essi tornarono quasi subito nel consueto cammino.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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