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      capo nel buio; alfine viene Niccolo III degli Orsini, il quale dove avesse posseduto la potenza pari alla superbia tornavano in fiore i tempi dei Gregori; ributtate le nozze richieste del suo nipote da Carlo, con le parole atroci: "e perchè porti calzare rosso la tua signoria non è retaggio," congiurando nuoce altrui, se non vantaggia. - Da lui si ordirono, o assai si promossero i Vespri Siciliani sia che si operassero per la virtù di Giovanni da Procida, o per maggiore virtù di popolo come credo anche io, chè dove il popolo non secondi il singolo o non può o mal può, e il popolo quando ha voglia di mettere al sole le barbe della trista signoria il suo capo trova sempre; non sempre, anzi rado, il singolo trova il popolo.
      Affermano questo Papa essere stato il primo, che mosso da soverchio e non diritto affetto oltre il dovere arricchisse i nipoti a danno della Chiesa: e ciò mi riesce malagevole a credere, dacchè Innocenzo non procedesse punto diverso da lui, e il desiderio di avvantaggiare i suoi nasce con l'uomo, il quale cresce naturalmente quando la tua famiglia salita in altezza per fortuna, o per virtù tue, tu comprendi, che, al tuo sparire, diventerebbe per inopia contennenda; onde chi può non benefica i suoi piuttostochè superiore agli uomini parmi assai vicino alle bestie: tutto sta in questo come nelle altre cose procedere con discrezione; quindi per me penso, che Niccolò si mostrasse in questa faccenda non primo a tutti, ma più stemperato di tutti.
      Quando dopo la morte di Clemente IV la sede pontificia rimase per bene tre anni vacante Gregorio X ordinò la elezione del Papa in conclave con l'obbligo di scemare il cibo ai Cardinali fino a ridurlo al pane ed all'acqua, e ciò perchè cotesto stroppio non si rinnovasse: e' sembra, che a quei tempi il Pontefice non fosse infallibile nei suoi partiti; difatti, morto Onorio IV per dieci mesi non fu eletto Papa, e prima di promovere al pontificato Celestino V la sede vacò due anni.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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