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      Sigismondo imperatore, che si diè vanto mettere in sesto la Chiesa di Cristo, poichè vedeva i suoi pretesi vicari arrabattarsi per buttarla all'aria, si era fatto promettere a Giovanni radunerebbe il Concilio; creato Papa nicchiava; strettigli i parmi addosso intendeva bandirlo in Italia; lo ebbe a convocare a Costanza, o a meglio dire i suoi legati lo convocarono in onta di lui. Avendolo bandito Giovanni, gli fu mestieri andarci, ma per sospetto si munì del salvocondotto di Federigo duca di Austria. Qui non è luogo per la storia di cotesto Concilio, dire come e perchè il clero alemanno procedesse avverso al papato, l'italiano oltre ogni credere parziale; i padri riuniti considerato, che se si avesse a votare per capi avrebbero prevalso gl'Italiani, misero fuori una legge, che i voti si darieno per nazione, e le nazioni furono quattro, alemanna, inglese, italiana, e francese; confermarono la dottrina, che l'autorità del Concilio prevaleva a quella del Papa, e poi per dare il buono esempio agli altri presero a persuadere Giovanni a deporre il papato: amaro passo per costui, il quale si era raffidato, che deposti gli altri, lo avrebbe il Concilio raffermo; costretto a renunziare lo fece, ma con tanti arzigogoli che parve meno che niente: alla fine, vedendo che non la poteva spuntare, se la svignò riparando a Sciaffusa. Ne accadde un subito scompiglio, che tutti i Cardinali seguitarono il Papa: l'elettore di Magonza, il Margravio di Baden, e il duca di Austria si accontarono a sostenerne le ragioni: se nonchè il Concilio tenne fermo dichiarandosi non pure superiore, ma indipendente dal Papa; lo imperatore Sigismondo mette i fuggiti al bando dello impero, Lamagna, e Berna combattono il duca di Austria, e lo vincono, ond'egli in breve smarrito torna a Costanza menandosi dietro il Papa, il quale di foga accusato, e condannato chiudono prigione in Gottleben.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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