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      Chi voleva eleggere il Papa, chi no: prevalsero quelli, che volevano; e per questa volta così fu eletto il Papa; si chiusero in Conclave trenta deputati delle cinque nazioni, ventitré Cardinali delle tre obbedienze; chi riportava due terzi dei suffragi uscisse Papa; dopo quattro giorni proclamarono Ottone Colonna che si nomò Martino V. Appena eletto costui considerando la gente stracca, e troppo più zelatrice dei propri comodi, che non di quelli della Chiesa, entra di mezzo e con accordi parziali componendosi co' singoli rompe la unità del concetto; per questo modo diventati con la divisione debolissimi rimanda tutti chierici a casa, e chiude il Concilio col decreto, che in capo a cinque anni se ne avesse a convocare un'altro; un'altro dopo sette; e da cotesta epoca in poi al fine di ogni dieci anni uno.
      Pei costumi, che questo Concilio pretese riformare, e' fu come la nebbia, lasciava il tempo, che trovava; gli scrittori dei tempi ci attestano come, sia dopo, sia avanti il Concilio frati, e monache facevano famiglia insieme; preti e vescovi tenevano alla scoperta femmine di piacere in casa; in parecchie città i figli dei preti superavano quelli dei laici; ogni libito permesso: alla religione sostituite pratiche superstiziose, e materiali; i chiostri mercati; i monasteri delle donne lupanari; le basiliche, e le altre chiese asili di banditi.
      Martino, separato il Concilio, una cosa tolse principalmente a cuore, e fu dichiarare non pure perniciosissima ma empia la dottrina, che stabiliva l'autorità del Concilio superiore a quella del Papa: pure mandava attorno i cedoloni per l'adunata di altro Concilio a Pavia.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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