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      - Affermano, che quando questo reo fatto fu commesso Niccolò era ubbriaco: altri per istudio di difenderlo accerta, che Niccolò veramente era solenne raccoglitore di vini preziosi, ma non mica per sè, bensì perchè gli amici suoi, ai quali li donava tutti, se ne rallegrassero il cuore. Questo scrittore, che si favella, è il Vespasiano, incauto difensore se altri fu mai: lasciando correre, che il Papa fosse ubbriaco gli avrebbe reso il servizio più grande, che amico può rendere ad amico: nè è cosa nuova occorrere in Papi briaconi, che tali furono Giulio II, e Gregorio XVI, e dati al vino troppo più che alla dignità, non diremo di pontefice, ma di uomo comune non convenga, Paolo IV, e Sisto V. La gente mite, e pusillanime per paura diventa feroce, così i gatti spaventati graffiano. Durante questo pontificato, mentre i greci e i latini fra loro disputano, ed anco fra greci, e greci adoperano lo stesso, Maometto II piglia Costantinopoli e mette fine ai contrasti. Varia la fama intorno alla causa della sua morte; chi afferma per podagra, chi per subita febbre, e chi per ambascia del Turco irrompente; non manca chi voglia attribuirla al rimorso; ed e certo che su l'estremo della vita la vista di fantasimi lo assaliva; gli pareva nelle stragi commesse del Porcari, e dei consorti suoi lo avessero abbindolato i cortigiani; allora scioglievasi in lacrime, e sè miserrimo sopra quanti uomini vissero al mondo altamente chiamava. Posto, che ciò sia vero, noi pure lo saluteremo per uno dei migliori fra i Papi, dacchè l'anima sua non rimase chiusa al rimorso.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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