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      Mentre delirano i principi cristiani Maometto II procede sterminatore nelle terre della cristianità come lava vulcanica; soggioga la Rascia, e la Servia; conquista la Bosnia, e mali maggiori minaccia: la storia registra con amore come due soli uomini opponessero il petto a questa ruina, uno giovane, l'altro vecchio, uno quasi selvaggio l'altro civilissimo, uno educato fra i Turchi, l'altro supremo gerarca della Cristianità, e il primo fu Giorgio Castriotta chiamato Scandeberg, ovvero capitano Alessandro, l'altro il nostro Silvio Piccolomini, povero gentiluomo nato a Corsignano: magnanimo, e degno di eterna fama il primo, non però maraviglioso come quello, che nacque in Epiro terra altrice di eroi, e fu guerriero per istituto di vita; non così Pio II indole mite, e debile per anni, e per infermità: "poichè col dire andate," egli bandiva, "poco costrutto vedo che se ne cava, io da qui innanzi dirò venite, però che abbia disposto recarmi io stesso alla guerra contro ai Turchi; forse vedendo andar me i principi cristiani si vergogneranno, e mi seguiranno; certo a morte sicura io m'incammino, ma poichè morire si deve, che importa cessare la vita in questo luogo od in quello? Dal combattere mi dissuadono il sacerdozio, e il corpo stremo di forze, ma a guisa di Moisè quando Isdraello pugnava contro gli Amaleciti, genuflesso su l'alto della poppa di una galera, ovvero di un monte, con la santa eucarestia davanti, circondato dai Cardinali chiederò a Dio la vittoria col cuore contrito ed umiliato.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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