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      Quello, che non riuscì al Papa riesce ai Veneziani, i quali trovarono modo di affiggere la citazione alle porte del Vaticano e della Rotonda; il Papa cieco per furore fece in un'attimo impiccare le guardie notturne, che pure da per tutto non si potevano trovare; ma gli è caso antico, il potente non potendo battere l'asino batte la sella. I Veneziani procedendo oltre intimano i preti paesani a lasciare Roma sotto pena di perdere i benefizi; il Papa come colui, che ha perso la bussola bandisce farebbe vendere per ischiavo chiunque si attentasse uscire da Roma; guerra fiera e promiscua si agita in Lombardia, in Napoli, negli Stati pontifici: alle cause antiche per cui la famiglia del Papa, e il Papa andavano aborriti adesso si aggiungono le prodizioni, le stragi, e gl'incendi, onde vollero sterminata casa Colonna: pietosissimo fra tutti il caso del protonotaro Luigi Colonna, che prima stracciarono con ispietati tormenti, non mica per cavarne confessioni, bensì per rendergli senza fine amara la morte, poi uccisero.
      I Veneziani sempre pronti a cogliere la occasione a volo, sentendo come tra i Reali di Napoli e Ludovico il Moro fosse entrato screzio per causa della dipendenza da che questi teneva Giovanni Galeazzo Sforza genero al duca di Calabria, mediante Roberto da Sanseverino negoziando con esso lui la pace, e invano contrastando il legato e Girolamo Riario, i quali mescendo le cose sacre con le profane, affermavano i Veneziani indegni di posa perchè nemici di Dio come quelli che avevano confiscato i benefizi ecclesiastici, e tenuto in non cale le scomuniche del Papa, la conclusero a Bagnolo.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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