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      Santa Caterina domenicana scriveva al suo confessore: "voi sapete, padre mio, che io porto sopra il mio corpo le stimate di Gesù Cristo Signor nostro per sua misericordia." E il povero padre non ne poteva in coscienza sapere niente, conciossiachè santa Caterina non ce le avesse mai avute, e questo si sa per testimonianza della medesima santa; di fatti, ella racconta: "io vidi il Signore appeso alla croce discendere sopra di me con molta luce..... subitamente dalle cinque cicatrici delle sue sagrate piaghe vidi cadere sopra di me cinque raggi di sangue, tendenti alle mie mani, ai miei piedi, ed al mio cuore. Conoscendo questo essere un mistero esclamai: Signor mio, e Dio mio, vi prego che queste cicatrici non appariscano sopra il mio corpo esternamente (o dunque come aveva a fare a saperlo il padre confessore?) Gesù Cristo mi rispose e mi parlava ancora quando questi raggi di sangue divennero risplendentissimi e colpirono le cinque parti del mio corpo da me indicate." Non so se in cotesti tempi, ma ai nostri femmina che simili fandonie sciorinasse si terrebbe dagli uomini di giudizio addirittura per matta: dal comune allora si esaltava santa; la quale credenza oggi continua appo i Turchi, voglio dire, che venerano i pazzi per santi. Ora si faceva un gran battagliare per questo fra Domenicani e Francescani; i primi avevano dalla loro santo Antonino, e Pio II; ma tanto è, i Francescani così seppero rigirare la faccenda, che Sisto proibì sotto pena di censura ecclesiastica dipingere cotesta santa con le stimate; i Domenicani presi di punta, s'incocciarono a sgararla; quali ingegni ci adoperassero ignoro; so che il Papa, (certo per dare saggio della sua infallibilità) dopo poco levò le censure, e sua mercè noi abbiamo potuto contemplare santa Caterina percossa in un colpo in cinque parti del suo santissimo corpo.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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