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      Fra le tesi condannate, vale il pregio ricordare queste. Veruno può credere una cosa dove manchi di motivi sufficienti per crederla. Si parla più impropriamente affermando Dio intelligenza, o intendimento, che dire di un Angiolo che sia anima ragionevole; e rinterzando si difendeva co' libri di san Dionigi areopagita, il quale nega bravamente Dio essere una intelligenza. Finalmente il Pico non dubitava sostenere come l'anima non possa concepire distintamente altro che sè. - E ci era la inquisizione! È da credersi che non l'avrebbe passata liscia se non era principe, e non gli facevano spalla i più potenti d'Italia; il Papa si tenne a citarlo a Roma dove il Pico non comparve, e a condannarne le tesi.
      Nel settembre del 1490 tanta paura lo vinse per lo scoppio di un fulmine caduto nel campanile di san Pietro che cadde come morto colpito dall'apoplessia; durò venti ore come passato, e durante questo tempo i Cardinali entratigli in camera ne portarono un milione di oro per sottrarlo alle rapine dei figliuoli; pure essendosi riavuto tirò innanzi come una cosa balorda: ogni via tentarono per guarirlo ancora che strana ed immane; tra le immani la trasfusione del sangue; la tentò un medico ebreo il quale per aggiungere un filo di vita ad un tristo vecchio non dubitò troncarla a tre giovanetti; ma e prima e dopo di lui medici non so se più ignoranti o feroci avvisarono guarire parecchie infermità col sangue, a mo' di esempio l'elefantiasi. In Toscana un medico Polli di Casentine molto si travagliò intorno la trasfusione del sangue, ed anco ai tempi nostri qualcheduno lo ha tentato.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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