Pagina (394/838)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Quando mi sono adoperato di purgare il Papa e la figliuola Lucrezia dalla scellerata accusa io lo confesso ci sono stato condotto piuttosto dallo orrore, che sento per simili immanità, che da persuasione, la quale fosse in me; difatti vuolsi sforzo non piccolo a sostenere così, dove pensi quali, e quante le turpitudini, e le brutture in che si avvoltolarono costoro. Tu odi questo racconto ricavato non mica da gente ostile, bensì da amicissima, anzi dallo stesso maestro di cerimonie del sacro palazzo, Burcardo, e poi confrontando con quanto Svetonio e Tacito raccontano di Nerone, e Sifilino di Eliogabalo giudica dove sia maggiore la infamia: "nella domenica ultima del mese di ottobre cinquanta meretrici oneste, o vogliamo dire cortigiane cenarono col duca Valentino nelle sue camere nel palazzo apostolico, le quali dopo cena prima con le vesti addosso e poi ignude danzarono co' servitori, e con altri convenuti là dentro: poi disposero candelieri da altare con i ceri accesi sul pavimento dove essendo sparse noci le meritrici giù nude carponi si dettero a raccattarle aggirandosi traverso i candelieri; il Papa, il duca, e la sorella Lucrezia tutte queste cose contemplando ne pigliavano maraviglioso diletto: all'ultimo per giudizio dei presenti furono distribuiti i premi ai vincitori con vesti di seta, paia di pianelle, berrette, ed altro, vale a dire, a quelli che pubblicamente si fossero più volte mescolati in venereo congresso con le femmine(138)." Certo senza tema di aggravarci la coscienza noi ci possiamo avventurare a credere molte cose di simil padre, e di siffatta figlia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





Papa Lucrezia Burcardo Svetonio Tacito Nerone Sifilino Eliogabalo Valentino Papa Lucrezia