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      Nè le armi sole, ma assicurato il tempo opportuno il Papa bandisce il Concilio di Trento; il tempo era destro però, che allora Carlo, e i due capi della riforma germanica si travagliassero in aspre guerre fra loro, onde gli facevano mestieri i soccorsi della Chiesa e più dei soccorsi gli premeva non gli procedesse nemica. Il Papa si liberava, intimando egli il Concilio, dalla minaccia dello Imperatore di volerlo aprire egli stesso: chi ha in mano il timone governa. - Da noi non si attende la storia del Concilio di Trento; ne possediamo due, quella del Pallavicino, e l'altra del Sarpi, le quali dettate con opposto intendimento, può chi ha voglia di studiare, ponendole a confronto, assai bene conoscere gli umori dei tempi e la verità delle cose. - Chi non può o non vuole attendere a siffatte ricerche sappia, che il Papa instava si cominciasse a discutere su i dommi, l'Imperatore all'opposto dalla riforma; la ragione delle contrarie sentenze questa: la riforma dei costumi confessata necessaria non si poteva contrastare; i libri santi non offerivano riparo, anzi condanna; difficile poi presagire dove, riformando, si sarebbe messo capo; all'opposto spuntandola sul domma la riforma sarebbe andata soggetta a regole e a freni o non avversi, o secondi agl'interessi della Chiesa. Tuttavia i prelati romani per non entrare in iscrezio collo Imperatore composero, che si sarebbe discusso nel medesimo punto sopra il domma, e sopra la riforma; ma in fatto poi si cominciò sul domma, e si venne addirittura a mezza spada mettendo in campo la quistione, se nel solo Evangelo si trovasse compreso tutto quanto importa alla nostra salute.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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