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      Non ci è mestieri troppa levatura per conoscere, che vinta questa sentenza, il cattolicismo aveva finito; però ogni estremo sforzo si adoperava a rigettarla, e prevalse l'altra che la tradizione della Chiesa propagata dagli Apostoli sotto la protezione dello Spirito Santo fino ai tempi presenti deve accettarsi ed osservarsi quanto e più la santa Scrittura; a questo modo l'interesse del sacerdote rimase, siccome già era, sostituito alla dottrina di Cristo. Roma vinse nel Concilio per perdere più tardi senza rimedio nel mondo. Nè di minore importanza parve spuntarla intorno alla giustificazione, dacchè se veniva deciso la medesima effettuarsi unicamente pei meriti di Cristo, e non in virtù delle opere la Chiesa si trovava a chiudere bottega di sacramenti; e tanta fu la rabbia dei disputatori, che mancate le ragioni contesero a pugni, e se ne ricambiarono dei solenni il vescovo della Cava, e certo monaco greco. Ributtata la definizione assoluta, con asprezza pari respinsero qualsivoglia ammenda, massime quella delle due giustizie, che insomma era un'empiastro moderato col quale si presumeva stabilire, che per salvarsi si chiedessero ad un punto i meriti di Gesù Cristo e la virtù delle opere: pro le stavano Scripando, e i Cardinali Polo, e Contarini, contro il Cardinale Caraffa, e i Gesuiti Salmeron, e Lainez: prevalsero gli ultimi, che ogni sapienza pongono in questi due termini: fermi o addietro.
      Quando consideriamo la perpetua contradizione dell'uomo sovente, ci sorge nella mente il dubbio se davvero egli possieda discorso, e se per esso proprio si distingua dagli altri animali; di vero il sacerdozio romano piegò al Concilio mosso dal senso del bisogno della riforma, e chiuso nel Concilio pesta le mani e i piedi per rimanere inalterato o concedere solo ammende, che non hanno costrutto; appunto come le Monarchie ridotte al verde oggi accettano le Costituzioni per convertirle in arnesi di tirannide due cotanti peggio di prima.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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