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      E non importerebbe alla incolumità della Chiesa instituire una inchiesta sopra gli enormi abusi della curia romana, ed avvertire alquanto, senza lasciarsi scarrucolare dai preti, di metterci sesto davvero?
      Per altra parte il duca di Alba vicerè di Napoli (e imparino i ministri del nostro regno italiano come, ora fanno tre secoli, uomini salutati campioni del cattolicismo costumassero con Roma) inviava al Papa lettere ortatorie perchè smettesse ogni disegno di guerra, e il Papa rispondeva cacciando il messo in prigione, e taluni aggiungono mettendolo al tormento; al tempo stesso avendo ammannito armi ed esercito il vicerè faceva alle pontificie capestrerie tenere dietro il castigo: occupa le terre della Chiese, e da per tutto appicca i cedoloni con le armi del sacro collegio, annunziatori, renderebbe le terre al nuovo Papa eletto legittimamente, industriandosi di porre in iscrezio Papa e Cardinali. Cadde Anagni dopo piccola resistenza, e andò a sacco; la subita resa preservò Tivoli; a Roma desolazione e paura; solo il Papa imperturbato; allora gli gettarono a palate lodi di costanza; a noi adesso sembra, qual'era, vecchio stupidamente incaponito: all'oratore Veneziano, che gli metteva parole di pace rispose: uscissero gli Spagnuoli di su quello della Chiesa; poi avviserebbe; certi gentiluomini francesi presi in sospetto di negoziare tregua col duca di Alba minacciò del capo, e alla minaccia aggiunse il sacramento di Dio e dei suoi santi; ma siccome co' giuramenti, e con le minacce non si sostengono guerre, così Paolo si sbracciò ad abborracciare un'esercito non badando, per formarlo, più allo storto, che al diritto, e però come prima si era amicato col Turco, adesso pigliava al soldo della Chiesa Tedeschi luterani; perseguitava di odio immortale (egli almeno afferma così) Carlo V perchè non procedeva modo suo feroce con gli eretici, ed egli se li pigliava a difensori; se lo Imperatore, o il Re gli avessero pur tocco un po' di calugine s'inalberava sbuffando, gli eretici condotti dal Papa sberteggiavano lui, la fede, e i riti cattolici, ed egli, purchè la sua sterminata superbia rimanesse soddisfatta, sopportava in pace(149). Ponete mente, che di qui scappa fuori una grande lezione; questo Papa, reputato atleta della fede cattolica, guerreggia popoli cattolici con armi luterane e turchesche.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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