Pagina (480/838)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il Giusa pertanto in compagnia dello Strozzi fu dal Papa, ed espostagli la condizione delle cose lo confortò alla pace: narrasi, che udite le costui parole con mal piglio il Papa dicesse al Giusa:
      Andate via, e con voi rimanga il convincimento di avere operato poco in pro' del vostro re, meno per la Chiesa, niente per l'onor vostro." La pace sforzata in virtù di questi casi venne conclusa, non però senza contrasti attese le esorbitanze del Papa, che per primo patto volle andasse il duca di Alba a chiedergli perdono a nome del suo re, e a quante rimostranze gli movevano per procedere più temperato rispondeva: "caschi il mondo, io non ci renunzio, non mica per me, sibbene per l'onore di Gesù Cristo!" Come s'egli fosse Cristo, e a Cristo premessero onori siffatti; il duca che fumava di superbia non meno di Paolo stava duro a respingere il patto, ma venutogli dal re ordine espresso di accettare, piegava la testa: si recò a Roma, si genuflesse al Papa, gli baciò il piede; tuttavia levatosi ebbe a dire "hoggi il mio re ha fatto una grande sciocchezza, e se io fossi stato in suo luogo, et egli nel mio il Cardinale Caraffa sarebbe andato in Fiandra a fare quelle stesse sommissioni a Sua Maestà, che io vengo hora di fare a Sua Santità."
      Dopo la pace le faccende dei contendenti rimasero come prima della guerra, meno le ruine dei popoli, che non si contano.
      Il duca di Alba quando repugnava a chiedere perdono al Papa aveva torto; più arguto di lui Filippo pensò, che il perdono implorato dal vincitore al vinto insomma è giunta di strazio al danno; comecchè in ginocchioni egli rinfacciava al Papa le sue scomuniche ormai incapaci ad ardere non che altro i pagliai, ed averlo avuto nelle mani per istritolarlo a suo agio: proteggerebbe l'autorità religiosa del Papa, a patto, che gliela noleggiasse per rinforzare l'autorità sua di sovrano crudamente dispotico.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





Il Giusa Strozzi Papa Papa Giusa Chiesa Papa Alba Gesù Cristo Cristo Cristo Paolo Roma Papa Cardinale Caraffa Fiandra Sua Maestà Sua Santità Alba Papa Filippo Papa Papa