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      Di questo ha da rendergli grazie la civiltà, che per lui si rinnovasse e quasi si ricreasse la Inquisizione; ogni suo affetto in lei: sovente mancò ai concistori, e alla segnatura, non mai al Santo Uffizio; egli presiedeva sempre; ne ampliò la giurisdizione sottomettendole nuovi delitti, e le concesse la facoltà di provare gli accusati con la tortura; a persone non ebbe riguardo; potenti baroni, e magnati in prigione; in prigione i cardinali Morone, e Focherari ai quali pure dianzi aveva commesso il carico di esaminare gli Esercizi Spirituali d'Ignazio da Loyola, dubitando putissero di eresia. Di qui apprendi che razza di Papa avesse ad essere costui a cui pareva eterodosso Santo Ignazio! Naturale pertanto che facesse sua delizia San Domenico Gusman, di esecrata memoria; di fatti, in onoranza di costui instituiva festa solenne. Finalmente piacque alla morte liberare la terra da cotesto flagello; parve volesse ribellarsi alla natura, e prossimo a tirare l'ultimo fiato assurse dal letto, ma ricadde, e nello sforzo spirò: appena morto il popolo, in parte raccoltosi in Campidoglio, decretava tutti i suoi monumenti si demolissero perchè immeritevole della città, e di Roma,e del Mondo, in parte saccheggiò ed arse il palazzo del Santo Uffizio; ne manomise i ministri; a stento potè svolgersi da mandare in fiamma tutti i Conventi dei Domenicani; nè il popolo solo, bensì anco i baroni pigliavano parte a cotesti eccessi; le statue del Papa furono atterrate, e infrante, le teste loro col triregno strascinate a dileggio dalle bardasse per la mota.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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