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      Ma il fanatismo, di che toccai, appena sveglio minaccia lo stesso Pio; un Benedetto Accolti, il quale nientemeno presumeva essere consultato dal Padre eterno intorno alle cose da farsi in questo mondo, ed anco palesava lo stabilito fra loro, non senza offerirsi a provarlo vero con lo sperimento del fuoco, macchina insidie alla vita del Papa. Causa della strage i fatti del Papa diversi dalle parole: costui incapace, anzi indegno, a reggere il gregge cristiano, Pastore di Cristo, si aggiunge un complice a cui promette un diluvio di beni nell'altro mondo; in questo non tanti, pure una buona derrata per la parte del successore di Pio: si appostano per trucidare il Papa, alla vista del quale manca loro il coraggio: da per loro si accusano; dovevano essere mandati allo spedale dei matti, e li mandarono al supplizio!
      Ecco un santo, e sia per la chiesa; per noi uomo santo significa buono, che cammina diritto nelle vie del Signore di tutta misericordia; io lo dimostrerò a filo di storia; chi legge giudichi. Costui nacque di piccola gente a Bosco presso Alessandria, e si nomò Michele Ghislieri; si rese frate domenicano, in breve fece prova di fanatismo feroce, onde lo deputarono inquisitore, e lo preposero agli uffici di Bergamo e di Como come quelle che per la prossimità degli Svizzeri, e dei Tedeschi, o della Valtellina od erano o correvano rischio di riuscire più contaminate di eresia: dei modi suoi selvatici basti udirne tanto, che spesso ebbe a fuggire, o nascondersi in remoti tuguri: a Como lo presero a sassi: da Bergamo fu bandito dal governatore Niccolò da Ponte per colpa della improntitudine sua, non essendosi peritato da citare dinanzi al suo tribunale Vittorio Soranzo vescovo di cotesta città per provarlo intorno alla fede; il conte della Trinità a Fossano minacciò gettarlo nel pozzo: nella relazione dell'oratore veneziano Paolo Tiepolo se ne ricava la causa, che fu non volere costui pagare certa tassa per sopperire aì bisogni della guerra; però la minaccia non era annegamento, bensì bastone; e quando cotesto conte fu spedito dal duca di Savoia a complire il Papa per la sua esaltazione, questi glielo ricordò, ma al punto stesso aggiunse, che molto lo teneva caro e lo aveva in pregio perchè nemico acerbissimo degli eretici.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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