Pagina (525/838)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quando innanzi al Parlamento di Francia si deliberava sul partito della cacciata dei Gesuiti comparve un libretto di massime tratte dagli scrittori chiesastici, massime Gesuiti ostili ai principi, e come i Francesi costumano quando la vogliono spuntare ne diffusero a centinaia di migliaia anco per la Italia, e per la Spagna; oggi a ristamparlo in Parigi ci sarebbe il caso di rifinire in prigione. Simili dottrine poi non mica invise al popolo, all'opposto, da lui professate smanioso come quelle, che servivano al suo talento di contradizione, ch'è l'anima dell'anima del popolo francese, e Filippo II (mirabile a dirsi!) travolto dall'agonia di soverchiare la Francia le accetta, e le promuove anch'egli potendo più in lui la rabbia di nuocere agli emuli, che la necessità di provvedere a sè.
      Per converso i protestanti sovvertitori nella fede, procedevano conservatori nella purità della monarchia sostenendo: Dio solo impone i principi al genere umano; a lui il diritto di suscitare, e atterrare, concedere, ovvero torre la potestà. Certo ai dì nostri il Signore non cala sopra la terra per regalarci un re, ma per virtù sua ogni stato osserva certe leggi nella elezione del principe; per modo, che se un principe venga promosso a norma di quelle, si può dire, che la voce di Dio ammonisca i popoli ad obbedirlo per re; da lui poi pendono i re avvenire per diritto legittimo di successione. Alla legge bisogna stare; se la si potesse offendere sotto pretesto delle colpe del principe, addio stati; la eresia non libera dall'obbligo della obbedienza, perchè in ciò che offende Dio non hai ad obbedire; nelle altre cose sì. -


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





Parlamento Francia Gesuiti Gesuiti Francesi Italia Spagna Parigi Filippo II Francia Dio Dio Dio