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      Alessandro VII. considerando come più prudente consiglio sia fuggire, che resistere alle tentazioni, eletto Papa vietò ai Chigi recarsi a Roma; e nientemeno gli fu apposto a peccato dal padre Oliva rettore dei Gesuiti, onde il Papa dabbene per non precipitare giù dentro lo inferno chiamò i Chigi a Roma, e Mario fratello fece provveditore dell'annona, e rettore di giustizia nel Borgo, il nipote Flavio cardinale nepote provvide con 100,000 scudi di entrata, l'altro nepote figlio di Agostino diventò principe, ebbe Aricia, principati, nozze illustri, tanto altro bene di Dio, onde potè fondare una delle trapotenti famiglie di Roma. Non so se i Pamfili arraffassero più dei Barberini, certo è che ne vinsero i modi tuttochè turpissimi. Olimpia Maldacchina cognata d'Innocenzio X, apre traffico di offici; vende, e baratta, nè solo dentro, ma fuori dello stato, frapponendosi per sensali gli oratori stranieri; empie il Vaticano di clamori a cagione di bizzosi puntigli con la nuora Olimpia Aldobrandina; il Papa caccia prima la nepote, poi la cognata, quindi ambedue, finalmente le richiama, nè cessano le domestiche liti; ludibrio di sacerdozio infemminito.
      Ma per tornare a Urbano VIII., spinto dai dispetti dei nipoti muove guerra ad Odoardo Farnese per togliergli Castro, come già aveva tolto alla ultima donna di casa della Rovere, Urbino, Gubbio, Pesaro, Sinigaglia, e Montefeltro: di qui vicende le quali per essere da un lato degne di riso, dall'altro non disertavano meno i popoli: invano il Papa cavò da Santo Angiolo 500 mila scudi del deposito di Sisto V. per sostenere la guerra, e invano ce ne spese dintorno altri quattro milioni e mezzo, e s'indebitò per sette chè legatisi ai suoi danni i vari stati italiani egli ebbe a ribenedire a forza il Farnese, e rendergli Castro: dicono, ch'ei ne morisse di dolore; ed aveva torto, imperciocchè dovevano essergli di conforto la città di Roma ingombra di ruine, il titolo di eminenza largito ai Cardinali, e soprattutto la tortura a Galileo, e la condanna della eresia del moto della terra.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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