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      Roma certo odiava la Francia, nè davvero aveva causa di amarla; però con preci, e conforti, insomma con tutti gli arnesi dell'armeria spirituale ella promosse la lega dei Principi contro la Repubblica; inoltre la invendicata strage del Basseville le tirò contra le ire di Francia, la quale anco senza pretesto si sarebbe mossa ad angariarla; di fatto ecco allo improvviso voltarle contro le armi, e solo consentire posarle a prezzo di quadri, di sculture, e di ventun milione di lire. Il Papa piangeva, per così dire, a goccie tanti bei milioni frutto della vendita di tanti miliardi d'indulgenze, ed in mal punto porse orecchio all'Austria, di che avuta notizia il Bonaparte sperde le milizie inferme del Pontefice e lo costringe alla pace di Tolentino, dove il Papa, bene e meglio potendo, cedeva alla Francia oltre Avignone, e il contado venassino, già presi, Ferrara, Bologna, e Ravenna. Passato appena l'anno colto il destro da una sommossa, della quale impossibile adesso conoscere, e difficile anco allora, chi innocente, e chi reo, la Francia decreta il potere del Papa abolito; a lui, che implorava lo lasciassero morire in Roma risposero: avrebbe potuto morire da per tutto; gli strapparono dal dito l'anello, gli posero a sacco le camere, gli tolsero le cose necessarie così alla mondizia della persona, come al vestire, e strascinatolo in Francia, quivi poco dopo ottantaduenne periva. Allora il Direttorio trovando come il governo dei preti non potesse accordarsi con quello di Francia rinvenne, fra i suoi tanti, l'uomo (Merlin) che dettando il rapporto per la decadenza del Papa non si peritava scrivere: "rammentate la strage dei Francesi in Sicilia, e voi sentirete Niccolò II. darne il segno; aprite la storia sanguinosa dei Borgognoni e degli Armagnacchi e ci vedrete il dito di Bonifazio IX; se ponete mente alla tirannide di Luigi XI ecco Sisto IV l'approva.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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