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      ani.
      Ancora; i Francesi procederono sempre nemici al sangue latino: sempre ci buttano in faccia Carlomagno per vendicarsi di Giulio Cesare, fingendo ignorare come quegli fosse alemanno, questi veracemente latino, e Macchiavello questo notò, ed altre cose di giunta intorno alla natura dei Francesi; le quali sarebbe pure bene, non dirò ricordare troppo, ma nè anco dimenticarle. La improntitudine loro arriva fino a rampognarci di avversione pei gesti da essi operati quando in Italia vennero per nabissarla da cima a fondo, poi spartirsela con la Spagna, spellarla così, che l'usuraio giudeo se ne sarebbe vergognato, e se tu lettore vuoi pigliarne contezza leggi la vita di Francesco Ferruccio da me dettata, tradirla, e pestarla: essi ardiscono riprenderci d'ingratitudine perchè acclamammo il Souvaroff nel 1799, gli Austriaci nel 1814, e perchè l'esercito piemontese primo aggredì la Francia nel 1815; e qui tu nota, o lettore, che ragion vorrebbe si distinguessero governi da popoli, e di questi la parte contra e la parte, pro; ma la è cosa, che paventa la mala fede dei Francesi quando s'incornano a volere ragione! Essi non vogliono mica ricordare che il Papa, oggi prediletto da loro, fu quegli che andò a trovare in cotesti tempi nemici contro la Francia non pure in Moscovia, ma in Turchia; però non dimentichiamo già noi, che Roma così tenera adesso verso l'Austria non rifuggì per disperdere i Francesi unire il vessillo delle chiavi, con la mezza luna turchesca. I regi sabaudi, che mossero ai danni di Francia nel 1815 non erano stati spodestati da lei?


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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