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      Costà giunse la nuova dei Francesi sbarcati a Roma, e dicevano per combattere al fianco degl'Italiani, nè poteva correre diverso il grido, perchè una repubblica mossa ai danni di altra repubblica partorita in certo modo da lei pareva mostruoso, ma presso cotesta gente le opere quanto più assurde credibili. I legionari di Garibaldi da un lato lieti di tanto appoggio e al punto stesso zelatori della propria fama sbracciavansi a segnare un foglio, col quale chiarivano ch'essi intendevano combattere separati dagli ausiliari; non si confondano i meriti; il cimento distinto stimolo alla emulazione; quando a torli d'inganno ecco arriva un messo perchè si avaccino a Roma minacciata dai Francesi, e i legionari andarono; taluno di loro pensoso delle sorti finali della Patria, tutti anelanti conoscere chi più valente al paragone delle armi o i Tigri di America (com'essi sè medesimi chiamavano) ovvero i Lioni di Affrica, essendo stati cavati la più parte dei Francesi dall'Algeria.
      Da tanto che i Francesi furono sorpresi, basti sapere che addosso ad un ufficiale nemico morto in battaglia furono trovate le istruzioni per lo assalto, giusto nel vero modo in che fu fatto: il quale era irrompere con forze bipartite contro la porta Angelica, e sopra la porta Cavalleggeri punti fra loro distanti 630 metri in linea retta dentro Roma e quinci, sperdendo ogni impedimento dinanzi, fare capo dai diversi lati nella piazza San Pietro che giace in mezzo a cotesto spazio: di fuori poi girando le mura lo intervallo fra le due porte cresce fino a 2490 metri: ma poichè sotto le mura di città difesa male camminano eserciti, per poco che ti allontani a cercare più sicuro sentiero ti toccherà discorrere fra le due porte un tratto ben lungo di 4000 metri; così i due corpi si ponevano in avventura senza che l'uno potesse per la soverchia lontananza sovvenire all'altro; mentre ai Romani sortendo da castello Santo Angiolo era fatta abilità pigliare gli assalitori di porta Angelica di fianco, ovvero alle spalle, gli altri spinti contro la porta Cavalleggeri con mosse uguali potevano essere combattuti dai nostri usciti da porta San Pancrazio.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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