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      Oh! se le male fatte loro i Francesi non rammendassero con la soverchianza delle armi come piangerebbero lutti patrii più lunghi e più miserabili dei nostri. Tuttavia questo errore scemerebbe la censura dell'altro errore commesso dall'Oudinot pel disegno di assalire ad un punto due luoghi tanto fra loro distanti, porta Cavalleggeri, e porta Angelica. Poichè a prova di sangue i Francesi rimasero chiariti come di là non si passava deposero il pensiero di fare cosa, che approdasse da cotesta parte.
      Intanto il Garibaldi dall'alto del casino dei Quattro Venti notava l'assalto, e il respingimento dei Francesi, sicchè gli parve cotesto tempo da mostrarsi percotendo di fianco: però spinse fuori della porta San Pancrazio alcuni drappelletti alla spicciolata, affinchè cauti ed improvvisi cascassero addosso al nemico, il quale dal canto suo stando su l'avvisato accortosi della insidia spiccò senza indugio un rinforzo per sostenere i cacciatori di Vincennes commessi alla cura della difesa di quel lato, onde non venissero sopraffatti. - I nostri volevano spuntarla, i Francesi risoluti a vincere pur essi, o a morire; in loro prepotente lo studio di mantenere l'antica fama di prodi, nei nostri il furore di torsi via dalla faccia la turpe nota di codardi: si venne a battaglia manesca dove si adoperarono non pure le armi, ma i morsi; rotti gli ordini ne successe una baruffa promiscua donde uscivano aneliti, guaiti, e aria densa, e sangue. Qui tra i primi periva il capitano Montaldi.
      Chi egli fosse gl'Italiani imparino dallo stesso Garibaldi, il quale favella di lui nelle sue memorie inedite in questa maniera: "chi conobbe Goffredo Mameli, e il capitano De Cristoforis avrà idea delle fattezze del Montaldi e della età sua; nella pugna feroce e pure pacato come se fra amici si trattenesse in geniali colloqui; di lettere sapeva meno dei due rammentati, ma pari a loro in costanza intrepida, ed in militare virtù. Fino dagl'inizi egli fu parte della legione italiana a Montevideo, giovanissimo si versò in innumerevoli combattimenti per terre straniere, ma quando la Patria ebbe bisogno dei suoi figli, tra i primi il Montaldi passava il mare per offrirle tutto il suo sangue.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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