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      senonchè visto lo stato del Generale soggiunse:
      dunque finisci di medicarti, e tu fa presto e vieni via; intanto io vado." "Va pure, rispose il Garibaldi, ma qui vi è la bandiera, e bisogna provvedere a cui darla, e per cui mandarla; da una parte e dall'altra per questa operazione ci vogliono ufficiali." "La è presto fatta, mandala per Ripari al Masina." E il Ripari come gli ordinarono fece, ed avendo trovato il Masina a dormire lo tirò per un piede gridando: "come! si sparano cannonate contro ai Francesi e tu dormi?" - "Mo'! esclamava il Masina, io non sentiva niente" e calzati gli stivali scappò via con le altre vesti in mano abbigliandosi in fretta e in furia per le scale, e per la strada intantochè correva.
      Era prima del giorno, nè la legione italiana del Garibaldi dormiva; ella all'opposto vegliava facendo cosa che nè anco in mille anni la s'indovinerebbe se io non la palesassi ad un tratto: cantava la messa! Ed ecco come; appena tornata da Anagni la stanziarono nel Convento delle Convertite in prossimità dei Condotti; eranci bensì delle monache, le quali nè furono mandate via, nè se ne vollero andare, e tutta volta il luogo capacissimo albergava comodamente milleseicento uomini e più: i giovani baldanzosi, ed anco protervi presero a scorrazzare pei luoghi donde si erano ritirate per paura le donne, e trovarono vaghe logge, cortili, camerette discrete, lettere erotiche, ed anco altri arnesi del regno ampio di amore che qui non importa ricordare, e molto meno descrivere: le donne rimaste poi così non osservarono la clausura, che prima una, poi due, all'ultimo la più parte non comparissero fuori, come costumano le rane negli acquatrini, nè già smarrite, o fuggenti i rimorchi, o sogguardanti sottecchi, mai no; al contrario dagli occhi fermi mandavano faville, sicuramente di amore non divino; pallide però tutte, e con un cerchio intorno ai cigli nero per modo che pareva fatto con un carbone spento cavato di su l'ara a Venere pandemia; lo incesso poi, e gli atti procaci a bastanza le palesavano addestrate nella palestra di amore, e


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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