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      Quando arrivarono, le cose volgevano al peggio però che i Francesi di cheto presero per di dietro il luogo dove i nostri combattevano, i quali non potendo reggere si ritirarono, e i Bolognesi essendosi di troppo avanzati tardi si accorsero del passo disperato nel quale erano caduti; venticinque ad un tratto colpiti giacquero per non rilevarsi più; intimato il Podullack a cedere le armi rispondeva: "a voi altri cani vituperati io non mi arrendo:" e uccise due Francesi uno di spada, l'altro di pistola; giacque trafitto da cento punte, e lì rimase; reso il giorno veniente agli amici supplichevoli ebbe onorata sepoltura. Egli forse poteva salvarsi e non volle, non bastandogli il cuore di lasciare in terra l'amico suo Taczanowski col ventre lacerato; questi però scampava la vita; l'altro adesso riposa nella nostra terra. Ah! non sarebbe stato così, che noi avremmo voluto ospitarti cortese amico; pure abbiti quello che solo possiamo darti pio ricordo nelle nostre famiglie, ed augurio di libertà alla tua Patria; e forse un dì, affrancati anco noi dal grave aere, che ci opprime, compenso di sangue al sangue tuo. Il Tenente Brugnoli bolognese, comecchè squarciato, e grondante sangue ebbe balìa di uscire dalle mani ai Francesi, il soldato Schelini vedendo un Francese che aggavignato il Berti-Pichat intendeva strascinarlo seco, lo ammazzò di botto, dando facoltà al suo comandante di svignarsela incolume. Deplorammo il capitano Fiume spento sul campo, e Oliva da San Severo. Questi con più lunga angoscia lasciava la vita; sul punto di pigliare di assalto una casa tenuta dal nemico colto a sommo il petto casca su la soglia di casa; quattordici giorni si travagliò il misero lontano dai suoi, che non lo consolarono di conforti, nè di lapide funerea, inconsapevoli del luogo dove fu adagiato in grembo alla terra.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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