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      Fra le dolenti mi occorre narrare adesso dolentissima storia; correva la notte del 21 al 22 fosca per fitti nuvoli, e piovigginosa: anco dai più imperiti si comprendeva essere mestieri raddoppiare vigilanza, e di vero si raddoppiò, perchè temendo l'assalto appunto dalla parte donde venne furono mandate per tempissimo nel pomeriggio del 21 sei compagnie del Battaglione della Unione a presidiare il luogo; quivi erano state fatte tre Breccie facili a salirsi, se non che i nostri vi avevano a poca distanza scavato una fossa, e riempitala di materie infiammabili, che avrebbero dovuto scoppiare appena fossero comparsi i Francesi, la quale opera avevano confidata a certo ingegnere prussiano, e a lavoranti stranieri. Delle sei compagnie tre ne posero a custodia del Bastione secondo, una dietro la Breccia della Cortina, due di presidio al Bastione terzo: anco due sentinelle furono collocate su i palchi rimasti ritti ai fianchi del Bastione secondo, e sei altre su l'alto della Breccia dietro a macerie di sassi; venne loro ordinato: "stessero vigili, appena udissero rumore gridassero: all'armi! meglio spaventarsi indarno, che rimanere sorpresi." E poichè lì presso sorgeva un folto canneto ebbero avvertenza di metterci un'uffiziale con quattro soldati con ripetuto comando, che al menomo stormire di gente incendiassero il canneto; furono eziandio disposti due punti di ritirata; diligenze pari adoperaronsi al Bastione terzo; anzi ammoniti gli ufficiali a volere persuadere i soldati a vegliare tutti, questi senza attendere domanda con gran voce esclamarono: "noi veglieremo, e faremo tenere desti i compagni.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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