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      ... le ritirate sollecite e tumultuarie del pari delle sortite; jattanze inani per poco di vantaggio ottenuto; la perdita della piazza affrettata atteso lo sperpero dei soldati pių prestanti del presidio;" e sono parole di oro. Per somma ventura l'Hoffstetter solve ogni dubbio chiarendoci proprio come andō la faccenda. Il Generale Garibaldi fermo di assalire sul far del giorno le breccie comecchč ormai si vedessero in punto di essere difese dal nemico ordinava si ammannissero i necessari apparecchi; l'Hoffstetter condottosi a speculare le opere del nemico dalla casa del Bastione vide il nemico sceso con tre tronchi di parallela fino alla gola della tagliata e questa disporre alla difesa; coronata riconobbe pure la breccia di cortina, occupate tutte intorno le case, i lavori di zappa compiti; l'assalto laterale dalla parte del Vascello non sarebbe giunto nč manco a pič della breccia, pensate se avesse verosimiglianza di riuscire diretto; poteva tentarsi l'assalto sboccando dalla seconda linea, ma anco qui bisognava sostenere il fuoco terribile dal nemico schermito; noi scoperti a 200, o 250 passi: sette cannoni piantati nella villa Corsini ci avrebbero distrutto per fianco: finalmente la pių parte dei nostri ormai rifinita, e disperata balenava: queste ed altre considerazioni espose l'Hoffstetter, al Garibaldi il quale sbadato appena lo ascoltava tenendo fisso lo sguardo sopra le breccie perdute; dopo lungo silenzio il Generale di un tratto esclamō: "lo vedo anch'io, non ci č pių rimedio, ma se avessi meco la mia gente del 3 nessuno avrebbe potuto persuadermi.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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