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      Si richiamarono i cannonieri, e quattro cannoni ripresero il fuoco contro il nemico, tre maneggiavano i Romani, il quarto li svizzeri; il Garibaldi esulta, la batteria del Pino rimane sollevata perchè i francesi contro la traversa ristorata voltano le armi, e le ire; i cannonieri presi da entusiasmo raddoppiano lo zelo, e rendono ai francesi due pani per coppia; così i tiri infallibili spesseggiano; che ai Bersaglieri non patisce l'animo privarsi dello spettacolo, lì stanno spettatori, e ad ogni tiro battendo palma a palma gridano: "bravi!"
      Ma lo spettacolo era pieno di pericolo per modo che una seconda bomba uccise e ferì altri sei Bersaglieri. Di trentacinque, in piedi n'erano rimasti ventidue, il Generale donò loro due scudi a testa, e, secondo il vecchio costume spartì tra i feriti la parte dei morti, e permise se ne andassero; chi ebbe il danaro lo serbò per distribuirlo per tempo meno tristo perchè lì per lì i lombardi lo avrebbono rifiutato; a veruno sarebbe bastato il cuore di toccare la eredità luttuosa dei fratelli caduti. - I cannonieri rimasero; più tardi taluni domandarono licenza di ritirarsi, ed ecco perchè: intorno ad un cannone di vivi restavano due soli, nè senza permesso volevano abbandonarlo! Però prima in compagnia di altri trassero il pezzo in sicuro. La processione lugubre, e continua dei morti e dei feriti in questo giorno non si può senza stringimento di cuore descrivere, troppi i morti per ricordarli nonchè tutti, pochi; solo non vada inonorato in queste povere carte il capitano Giuseppe Varenna generoso pavese, e tu bel fiore di giovanezza Gustavo Spada romano, che glorioso per morte magnanima andavi fra le ombre dei tuoi padri testimonio che ai figli stanno avversi i fati, ma la virtù non manca.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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