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      - Se tu volgi la mente alle varie instituzioni che posero il fondamento in Roma tu ti persuaderai, che vennero i tempi, e furono compiuti i riti, ond'esse ebbero sempre inizio: così il regno consacrava Romolo col sangue di Remo; la repubblica intrise la sua pietra angolare nel sangue di Lucrezia, lo impero in quello di Giulio Cesare. Sopra il sangue dei martiri s'inalzò la Chiesa, ora il popolo non dava a vene aperte sangue per consacrare il suo risorgimento in Roma? - Ormai del perchè i preti tengano le branche fitte su Roma non sanno nè manco essi addurre ragioni che valgano, di vero esse tutte si stringono a sostenere la necessità di dominio terreno per esercitare liberamente il governo delle anime, e sembra bestemmia imperciocchè qual dignità si abbiano le cose spiritali le quali abbisognano della materia per puntello non si comprende; e poi non è vero, chè li smentisce Cristo, li smentiscono gli Apostoli, i Santi Padri, il fatto stesso della Chiesa cresciuta senza gravezza di beni terreni, tirata in giù dal peso delle male raccolte dovizie. Al contrario al popolo italiano fa mestieri Roma come quella ch'è sua, e da capo alle membra sparse; senza lei egli non può costituire il suo paese, casa sua: in Roma solo può comporre la sua capitale, però, che sgombra dalle male piante, che la contristano, da tutte le parti d'Italia si condurranno ad abitarla schiere d'Italiani e lì unicamente si mescoleranno compenetrandosi piemontesi e siciliani, toscani e liguri, lombardi e napolitani, veneziani, e romagnoli.


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Lo assedio di Roma
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Zecchini Livorno
1864 pagine 838

   





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