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      Nomi di scherno, soggetti di riso. Più veemente forza si vuole che non è la voce della virtù. Lo aspetto delle rovine del misfatto può commuovere quegli spiriti, o nessuna altra cosa lo può. La sola voce tremenda dell'Arcangelo spezza le lapide, e suscita i trapassati dal letargo della morte....
      È l'ultimo grado del crepuscolo; un raggio mestissimo si diffonde lungo i lidi fiorenti di Napoli. Le vette dei monti Tifata, Vesuvio, e degli Appennini che lo ricingono da un lato, ardono di luce vermiglia, che a mano a mano degradando nelle montagne più lontane si smarrisce nel buio della notte sorvegnente, come il tempo si confonde nella eternità. Soave spira il venticello della sera, che ora sommuove a fior di ala la marina, ora lambisce l'alito odoroso del melarancio, dell'aloè, e di ogni più doviziosa pianta dell'orientale vegetazione, che allegra le coste di Posilipo e di Mergellina, e quasi per vaghezza ne circonda il passeggero, e lo sospinge al cielo come un tributo che offre la terra al suo Creatore. Dolce suona il canto della sera col quale il vassallo si annunzia da lontano alla sua famiglia. Dolce s'inalza l'inno del saluto che il pescatore volge alla luna sorgente dai monti opposti, mentre co' remi percuote a misura le onde del golfo di Napoli. Bella è la tua terra, o infelice contrada, bella quanto il paradiso terrestre nei primi giorni della creazione!
      Ma sotto una volta del castello capuano, splendida dimora del Re Manfredi, che mena ai giardini reali, un giovane insensibile a tanta magnificenza della Natura traccia sopra la sabbia disordinati segni con la punta della spada.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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