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      Chi quegli che ne insegna in che cosa consistano? Il delitto di questo secolo stimarono e stimeranno il delitto dei secoli futuri? Virtù che mi nuoce è sempre virtù? Devo praticarla a mio danno? Dove ha scritto la natura le sue leggi? – Nel cuore? Io sovrappongo la mano al cuore, ma egli palpita al sussulto delle passioni. – Che serve meditare su la ragione della necessità? Meglio vale subirla con le mani incrociate sul petto, e starci a vedere che cosa ne viene. Così farò.
      – Dunque sono io tanto sventurato? La mia memoria non può ricordare nulla che giovi a blandire con le illusioni un'anima lacerata da tante angoscie reali?– Oh! bello lusinga il regno delle immagini, ma il loro fascino è come quello del serpente; questo finì col peccato, quelle finiscono coll'inaridire la mente che a loro si abbandona. – Pure il giorno che il suo genitore assunse la corona de' Re, ella lasciava cadere ai miei piedi la grimpa che le cingeva la persona: io la raccolsi.... e meco trionfò nel torneo.... ed ora mi posa sul cuore, e sarà la compagna della mia vita, e mi coprirà la faccia nella fossa.– E il giorno del torneo? O sola luce dei miei anni passati! Oscuro donzello, ricoperto di maglia, coi colori della figlia di Manfredi, mi confusi tra i superbi Baroni e capitani famosi, ed osai giovinetto giostrare di lancia co' maestri dell'arte, con cavalieri incliti per mille prove, e vinsi. Rimaneva il prode Conte Giordano di Angalone: ci affrontammo; ei cadde rovesciato sopra la polvere. Egli ne dette la colpa alla cinghia della sella, e sarà, ma cadde.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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