Pagina (40/699)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Or questo spaventevole animale si mosse pianamente per la città, scintillando dagli occhi faville di fuoco: e tanta ne fu la paura, che molte donne si sconciarono, altre tramortirono, e tutti insieme uomini e donne rifuggivano al tempio degl'Idoli implorando perdono con preghiere maladette.
      Ma queste cose il Mostro non vedendo, o non curando, dappoi che ebbe ricerca tutta la città, giunse alle porte del palazzo di Solino, dove tagliata un'orecchia a un lione, scrisse con quel sangue su pel muro M. N. M. P. V. D. – Le quali lettere non sapendosi da nessun savio interpretare, certa donna non mai più vista comparve, e affermò poterlo fare, dove Solino mostrasse cuore di udire. Solino, sebbene non avesse membro che gli stesse fermo, pregò anzi, che volesse dimostrargli lo scritto: al quale ella parlò: – Solino, Azzael7 ti sta sopra, perocchè le lettere significhino: la tua morte non sarà morte, ma principio di vita di dolore. Ora poi, che il cielo ti è chiuso, ti conforto a disperarti e a morire. – Così favellando, proruppe in altissime risa, e disparve. Solino cadde tramortito per terra, e insanguinandosi la bocca e la fronte rimase oscenamente deturpato nel volto. Sorse il mattino, ma il raggio del sole non rallegrò la terra: il fumo si era diffuso per l'orizzonte e vi stava immobile come tenda. Il mostro però non si vedeva: solo si udiva il ruggito dei lioni, e il bramire degli orsi. In quel giorno d'ira e di vendetta non un uccello fu visto pel cielo, ma tutti paurosi si rimasero nel nido a tutelare sotto l'ale i figliuoletti loro: non una fiera percorse la foresta: chè il senso del terrore strinse più forte di quello della fame; i cani a testa bassi, a coda dimessa, vagavano incerti qua e là in traccia dei soliti abituri, e se quelli trovavano chiusi, mandavano tanto lamentosi ululati, che veruno uomo, per quanto crudele, gli ascoltava senza pietà. Rinnuovavano i cittadini le preghiere; ai loro Idoli le più care preziosità profferivano: e si trovarono di tali che per placarli le vene delle mani e dei piedi si segavano, e quel sangue scorrente presentavano in oblazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





Idoli Mostro Solino Solino Solino Azzael Idoli