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      ... egli dirizza il guardo alla luce, nè bada alla via.... la terra gli manca sotto i piedi.... precipita alzando urla disperate; alle quali fanno eco le risa di Arimane, che, sporgendo la testa dall'orlo del precipizio, gode vedere su quante rocce percotendo lascerà viscere e sangue, prima che giaccia lacerato nel fondo.
      I fantasmi della gloria aveano abbandonato il giovane scudiero posto a guardia dei giardini reali: ad ora ad ora cupamente gemeva, ed esclamava: "O ambizione! o amore!"
      Al pronunziare che fece questa sentenza, un leggerissimo moto lo trasse a sollevare gli occhi da terra, e.... non sarebbe questa una illusione della sua mente di fuoco?... No.... una forma leggiadra più che fantasia può immaginare, e poesia descrivere, gli stava dinanzi. La sua persona era tutta avvolta in lungo velo nero chiamato grimpa, che a quei giorni le belle Siciliane adoperavano per cingersi collo e seno, e parte del corpo, facendo più lieta la bellezza col suo migliore ornamento, – il pudore. Mortale la dimostravano il ventilare delle vesti. che svelava tutti i cari contorni di quel corpo delicato; ma il passo leggero, che appena piegava le foglie calpestate, poneva il risguardante in forse, se più che alle terrene appartenesse alle spirituali sostanze. – Il fantastico poeta l'avrebbe detta il Genio della Malinconia, che scende tacitamente nella notte a mormorare in basse voci un lamento, per non isvegliare i figli della terra ora solo felici: – ora, perchè oppressi dal sonno fratello della morte.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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