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      Non portavate i miei colori, la grimpa celeste che smarrii il giorno innanzi? Volenterosa vi avrei posto sul capo il premio della vittoria, ma vostri furono soltanto gli applausi delle dame del torneo.
      Fui.... sì, fui; ma qual forza mortale poteva vincere l'uomo che portava la divisa della figlia di Manfredi? Ecco: ella mi posa sul cuore, ed ella sentirà i suoi palpiti, finchè palpiti saranno in lui. Io la porto meno per vincere le battaglie terrene, che quelle del nemico infernale: perdonimi Dio! ma io non la cambierei, con la grimpa miracolosa di Sant'Agata13. Io combattei, e la idea di combattere per voi mi era sufficiente guiderdone; nè io avrei sperato giammai che a voi si manifestasse. Ora tanta mi recano esultanza le parole vostre, che ogni sconforto della passata mia vita mi fanno interamente obliare. – Perchè mai non mi degnaste di uno sguardo? Perchè tenevate sempre dimessa la fronte? – Il giorno appresso io toccai la vostra mano... ella tremava... Vi offendeste forse del mio ardimento di correre lancia ornato dei vostri colori co' più prestanti Baroni del Regno?
      A dama di alto sangue non tornò mai disgrato il trionfo della propria divisa. Ma se quivi convenne la vostra donna, e vi conobbe, il suo cuore certamente diè sangue in vedervi combattere per altra....
      Oh! ella v'era presente; nè le spiacque....
      V'era dunque!
      gridò Yole ponendosi una mano alla fronte. "Oh! s'ella v'era e non le spiacque, voi siete amante mal corrisposto. Manifestate chi sia. Voi già foste mio cavaliere, e il dovere più prezioso di dama cortese sta nel prendersi cura dei giorni di colui che gli ha esposti per onorarla.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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