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      – Concedi uno sfogo di parole e di lagrime al moribondo; esse non ti offenderanno; e quando anche ti offendessero, la mia morte non basterà alla espiazione?...
      Rogiero!...
      Yole, sai tu da quanto tempo io porto la tua immagine nel cuore? – Ella vi stava prima del palpito.... prima del nascimento; imperciocchè prima di vederti ti amassi. Nel cammino della vita ho mirato le belle figlie degli uomini, ed ho vôlto l'occhio alla terra accorgendomi che venivano da essa. Ho veduto l'altera nell'orgoglio delle sue forme, e non ho desiato. Ho veduto il rossore della timida amorosa, e non ho sospirato.... e diceva a me stesso: cuore di bronzo. non v'è grazia di amore che possa commuoverti? – Ma una immagine di bellezza turbava pur troppo il mio spirito, nè io l'aveva tolta da sembianze mortali.... forse mi si affacciò alla mente, allorchè l'anima ristorata dal riposo torna agli ufficii della vita, e i suoi sogni sono ridenti come le rose dell'aurora. Io anelava angoscioso dietro la figlia della mia fantasia, e sovente nel delirio della passione le indirizzava parole, e: forma divina, – io le diceva, – esisti tu veramente? Oh! non sparirmi sul primo raggio del sole che sorge. Io per te rinunzierei alla sua luce. Vieni, celeste pellegrina, o silfide, o gnomo14, o angiolo, o demone, a fare lieti i giorni della mia vita, e allora Rogiero sospirerà di amore. – Yole.... un giorno ti vidi.... Troni del cielo! le tue sembianze erano quelle della immagine della mia fantasia.
      Rogiero,
      disse Yole sollevando maestosamente il suo corpo, "sono parole queste, che un servo fedele possa favellare alla figlia del suo signore?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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