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      Oh! di ciò dunque non si faccia più parola. Messere, se alcuna cosa può in voi la preghiera di un fedele servitore vostro, abbandonate questi luoghi spaventosi, date alla terra quello che appartiene alla terra, – le reliquie dei morti. Voi sapete se adesso sia più che mai necessario star vigilanti, e avere il senno ben retto.... In questo modo operando, i vostri disegni di vendetta contro colui, temo forte non vadano a finire col diventare voi stesso folle.
      Ah! – Molto vi preme la mia vendetta? Molto la conservazione del mio intelletto? Gran mercè!... Gran mercè! Cerra, io ve l'ho detto più volte, siete sottile, e frodolento, quanto lo spirito del male; pure gli accorgimenti vostri tornano inutili con me: io da gran tempo vi conosco; deponete la lusinga d'ingannarmi; non vi date studio di parlare con tant'arte. Voi temete che io perda il senno, – e lo temete per me? Lo splendore di vostra casa era decaduto, e i tempi presenti non concedevano sollevarsi con pubbliche o con private virtù. – Voi non pertanto la riponeste nell'antico splendore. – Io vi ho fatto Gran Camerlingo del Regno, e ricco, e potente; – tristo eravate già troppo per non osare incolparmi sfacciatamente delle vostre scelleraggini. Voi temete ch'io perda il senno, – e lo temete per me? – E nessuna cura vi stringe, che io nella piena dell'affanno sveli con un solo detto tal cosa, per la quale le nostre teste cadrebbero sotto la scure del carnefice? E nessuna, ch'io, divenuto soggetto di compassione e di riso, non abbia più facoltà di disporre in favor vostro di quei beni, che adesso non posso più lasciare al mio figlio, perchè voi gli avete portato la morte fin colà dentro dove la natura ha posto il luogo acconcio all'opera della vita?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





Gran Camerlingo Regno